Nove rose gialle

Leone editore 2024   

Un gruppo di amici romani si ritrova a Castiglioncello (Livorno), presso Villa dei Gabbiani, proprietà della famiglia Solmi, per festeggiare il Capodanno 1993, ma l’atmosfera è carica di tensioni e segreti. Cecilia Solmi, padrona di casa e leader del gruppo, ha una notizia sconvolgente da dare, notizia che cambierà per sempre le loro vite. Ma prima che possa rivelarla viene brutalmente uccisa. Accanto al suo corpo vengono ritrovati nove boccioli di rose gialle, una firma sinistramente familiare, che lascia presagire il riapparire di Nove, un serial killer che ha terrorizzato la zona anni prima. Paolo Morelli, il migliore amico di Cecilia, si ritrova catapultato in un incubo. Mentre la polizia brancola nel buio, inizia la sua indagine personale, aiutato dall’intuitivo, ma ribelle, assistente della Polizia di Stato Mario Testi. Ogni membro del gruppo nasconde qualcosa e Paolo dovrà districarsi tra bugie, tradimenti e rancori per scoprire la verità. Ma il tempo stringe, perché l’assassino è ancora in agguato, pronto a colpire di nuovo. In un crescendo di suspense, Paolo scoprirà che a volte la verità è più vicina di quanto si pensi e che il male può nascondersi dietro le maschere più insospettabili.

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Ora che è arrivato l’autunno

Lorenzo, scrittore di gialli, ha appena compiuto cinquantanove anni e, se si guarda indietro, non può essere felice di quello che vede. È diventato un uomo solitario e scontroso, non ha dato a sua moglie – morta due anni prima – l’affetto che meritava, ha trascurato suo figlio, e soprattutto ha lasciato che il rapporto con i suoi due migliori amici, Lea e Federico, si sfaldasse. Ma ogni cosa cambia quando, alla presentazione del suo nuovo libro, compare Lea, trentasette anni dopo l’ultima volta che l’ha vista. Il ritorno dell’amica riapre per Lorenzo una porta sul passato, che lo spinge a mettere in discussione ogni certezza. Presto capirà che non è troppo tardi per rimediare agli errori commessi e che solo accettando pienamente se stesso potrà essere felice e vivere senza più rimpianti ciò che rimane della sua esistenza.

Gli occhi del male

Lago Trasimeno, 1979. La giovane Aurora si reca con qualcuno sull’Isola Maggiore. Ha appena preso una decisione che cambierà la sua vita per sempre e vuole con dividere la notizia con chi l’ha accompagnata fin lì dal borgo di Larcano, dove vive. Non sa che non arriverà a vedere l’indomani. 1985. Federico Urbani, scrittore e novello vedovo, durante la visita a una zia in casa di riposo conosce Roberto Cervini, un anziano ex professore dalla mente non più lucida, che farnetica riguardo alla propria morte imminente e invita Federico al suo funerale. Così, quando Cervini viene davvero trovato morto nel suo letto, a Federico non resta che recarsi nella piccola città di Larcano per assistere alle esequie. Lì, scopre che strani eventi si sono verificati nel paese, a partire dalla scomparsa di Aurora Roscini sei anni prima. E inizia a sospettare che la morte di Cervini non sia quello che sembra. Una nuova catena di delitti sta per sconvolgere Larcano e Federico impiegherà tutte le sue risorse per scovare il colpevole.

La testimonianza

Roma, estate 2017. Renzo ha deciso che è arrivato il momento di ripercorrere la tragica esperienza vissuta nell’estate del 1998. Appena trasferitosi a Roma con sua madre, aveva trovato casa in un lussuoso stabile di un ricco quartiere della capitale, dove era diventato amico del giovane Sebastiano, un ragazzo introverso e appassionato di cinema, affetto dalla sindrome di Asperger. Proprio Sebastiano era stato ucciso in modo brutale da un serial killer noto a tutti come il Licantropo, che colpiva gli adolescenti nelle notti di plenilunio. Tutta quella vicenda aveva tormentato Renzo e lo aveva portato a rischiare la vita ma, allo stesso tempo, a conoscere il vero valore dell’amicizia, l’ineluttabilità della morte e l’impossibilità di sfuggire al proprio destino.

La visitatrice dell’autunno

Siamo a Montefollonico, nella microatmosfera di un piccolo borgo in provincia di Siena. Qui la vita conserva un ritmo vicino al cuore della gente, ci si conosce tutti, si seguono nascite e morti, si chiamano le persone per nome, ci si vede alle sagre, alle processioni, alle feste di paese. Non rivelerò qui come l’evoluzione della storia consentirà alle protagoniste di riallacciare i fili delle proprie esistenze, di come Zoe supererà la perdita di Clara, di come Egle imparerà a stimarsi e Ave a ripartire da sé e Bice a credere nella sua capacità di essere madre. Dirò solo che insieme attraverseranno il dolore e lo lasceranno alle spalle. Perché questa è, a mio parere, la grande verità del romanzo di Massimo Tirinelli. Insieme si può. Insieme, che non è presenza continua, ma è la consapevolezza di potersi fidare o meglio di fare affidamento le une sulle altre. C’è una parola per definire questo stato d’animo. È compassione: quel sentimento di vicinanza alla sofferenza altrui che nulla chiede in cambio. Sarebbe bello se si tornasse a dare il giusto significato a questo vocabolo. Zoe, Egle, Ave e Bice ci riescono e ci dicono che dal buio si può riemergere con una nuova capacità di amare. Resta da chiarire chi è “La visitatrice dell’autunno”, ma lascio ai lettori il compito di scoprirlo.   

Una falena macchiata di rosso

Sarah Hall, stella nascente della musica americana, giunge a Roma il giorno del suo ventesimo compleanno, accompagnata dall’amica e manager Patricia Wells, per incidere un disco in italiano. La ragazza è oggetto di un escalation di lettere minatorie e atti persecutori, che lei attribuisce al suo ex fidanzato Mark Desmond,soggetto violento e psicolabile. E’ sicura che il ragazzo l’abbia seguita fino a Roma per forzarla a cambiare idea sulla separazione voluta da Sarah, ormai provata dal rapporto. All’interno del nuovo mondo lavorativo Sarah è contornata da un gruppo di addetti ai lavori: Gianna Denzi, produttore discografico; Alberto Cori, autore dei testi italiani dei brani che dovranno essere incisi; Barbara Armeni, giornalista d’assalto; Ida Cantini, insegnante di dizione; Sergio, l’autista messo a sua disposizione. La ragazza alloggerà al Villino delle Rose, un bellissimo residence ricavato da una villa liberty sulla via Nomentana, alle porte di Roma; di fronte all’edificio fa lugubre mostra di sé una villa abbandonata, dove venti anni prima una giovane ragazza invalida, Anna Santarelli, si è tolta la vita. Anche nel residence si agita una piccola folla di persone: Giacomo Guidi, direttore; Roberto Guidi, suo figlio; Margherita Berni, addetta alla reception; Teresa Molentani, la cuoca; Francesco e Stefano, camerieri; Rosa Colucci, inserviente; la contessa Eleonora Altieri, ex proprietaria del Villino delle Rose ed ora ospite fissa; Giorgio Varelli, proprietario di una libreria specializzata in testi esoterici; Paolo Martini, giovane poeta. Quando le minacce assumono contorni macabri e accertata la presenza di Mark Desmond a Roma, viene chiamata la polizia. Il commissario Cristiano Sanna, a capo dell’indagine, e il suo assistente Bruno Menichellagiungono al Villino delle Rose mentre è in atto la conferenza stampa per l’annuncio del progetto discografico di Sarah Hall. Per un caso fortuito, Sanna è accompagnato anche dal suo amico ed ex funzionario di polizia Armando Puleo, a cui venti anni prima era stato assegnato il caso di Anna Santarelli. Il vecchio poliziotto, mai convinto dal verdetto di suicidio e ancora assillato da quello che dentro di sé considera l’unico caso irrisolto della sua carriera, comprende che esiste un nesso tra le minacce fatte alla cantante e la morte della giovane invalida: Sarah è la sosia di Anna e il giorno del suo ventesimo compleanno coincide con il giorno della morte dell’invalida. Alcune persone, come la contessa Altieri e il signor Varelli, sono a conoscenza della passione di Anna per le arti magiche, l’esoterismo e, in particolare, la metempsicosi (trasmigrazione delle anime). Tutto sembrerebbe convergere sul fatto che la cantante sia la reincarnazione di Anna. Grazie ad un quadro appeso alla parete della sala dove si svolge l’incontro con la stampa, Puleo trova la conferma ai sospetti nati durante l’indagine e vede tra le persone intervenute qualcuno che non dovrebbe essere lì. Ora sa che Anna non si è tolta la vita ma è stata assassinata. Mentre è sempre più evidente l’innocenza di Mark, la tensione sale al punto da mettere a repentaglio la lavorazione del disco e la permanenza a Roma della giovane cantante. Le minacce si concretizzano nel primo delitto: Rosa Colucci viene investita da un’auto proprio di fronte al residence. Cristiano Sanna e Patricia Wells si alleano per la salvezza di Sarah e indagano nel passato ma altri delitti seguiranno prima di arrivare all’incredibile soluzione finale.   

I fiori alla finestra

“I fiori alla finestra” sono i doni che il poeta porge al lettore, proprio come un davanzale colmo di fiori è un regalo per gli occhi di un passante. A questa chiave di lettura si deve aggiungere una visione della vita legata a momenti di gioia, tristezza, speranza e disillusione, in una parola al concetto del tempo, che nelle opere di Massimo Tirinelli assume una grande importanza.

Col tempo

A renderci le persone che siamo sono le misteriose alchimie della vita: la miscela, spesso casuale, di amori e separazioni, di sogni e delusioni, di risate e pianto, di tutto quello che abbiamo avuto in sorte. E di tutto quello che abbiamo perso.

L’amore e altri disastri

Un modo originale di trattare il tema dell’amore con ironia, tenerezza e disincanto, affrontando gli effetti collaterali, spesso rischiosi come recita il titolo ” L’amore e altri disastri “, di questa avventura esaltante e complessa. Tre racconti sull’amore assoluto, su quello relativo e sulla loro sintesi, come bilanciamento tra sogno e realtà.

Il colore dei ricordi

In tempi di consumismo veloce, di allergia ai sentimentalismi e di insofferenza alle responsabilità, fare i conti con il proprio vissuto non è esercizio frequente, soprattutto se i ricordi rischiano di rivelarsi forieri di rimorsi e rimpianti.

Contro la tendenza che spinge alla ricerca di una vita facile, in cui l’imperativo è andare avanti perché guardarsi indietro è inutile, Il colore dei ricordi di Massimo Tirinelli dimostra che un raccoglimento in sé come meditazione sul proprio passato è un esercizio introspettivo suscettibile non solo di forti emozioni, ma anche di cambiamentireali, attraverso i quali ci si può liberare di ciò che non ci appartiene davvero.

“Rileggere una vita intera può rivelarsi un lavoro assai duro ma il premio finale è capire noi stessi, trovare il coraggio di convivere con la propria verità. E di coraggio ne occorre molto perché, per sua natura, la verità è scomoda” si legge nel libro. Passato e presente spesso si sovrappongono, si contrastano, si illuminano l’un l’altro; soprattutto di fronte alla morte di una persona cara, la memoria diviene unico rimedio possibile alla solitudine, bene intimo e prezioso al quale nessun’altro può partecipare.

Così Dario, un quarantenne impiegato in banca, sposato e con un figlio, ricorda la sua trentennale amicizia con Matteo: un’amicizia profonda e conflittuale, dalla sua fase aurorale sui banchi di scuola nei lontani anni’70 a quella più matura, fino al doloroso momento della separazione.

Insicuro e introverso l’uno,  coraggioso e idealista l’altro, Dario e Matteo sono a prima vista diversi in tutto, anche nell’aspetto fisico e nella classe sociale di appartenenza. A renderli complici, una profonda sensibilità e inquietudine interiore che li spingono a confrontarsi tra loro e talvolta a rivolgersi critiche e rimproveri, solitamente banditi dai rapporti con i normali conoscenti, coi quali ci si limita il più delle volte a intrattenersi in conversazioni formali, scandite da superficiali ovvietà e frasi di circostanza.

Accanto al protagonista vediamo una donna incapace di comprendere il suo dolore, una donna che forse rappresenta l’incarnazione stessa degli errori passati di Dario, visto che, nel suo ostinato perbenismo, sembra essere la perfetta antagonista dell’amico…

Attraverso una memoria permeata da un dolore impietoso, Dario rivive la tensione della propria giovinezza, in cui si parlava con entusiasmo di politica, di interiorità, di ideali e di ribellione. Egli non si limita a lasciar vivere Matteo in ricordi occasionali, ma vuole intenzionalmente ricordarlo per non lasciarlo morire. Richiamare alla mente l’amico diviene inoltre un‘occasione per riattraversare le tappe più significative delle propria esistenza: la scuola, le feste, le prime vacanze senza i genitori, i primi approcci con l’altro sesso…

Difficile dire, al di là delle definizioni di forma, chi sia il vero protagonista della storia: il personaggio principale è indubbiamente Dario, ma forse lo è anche Matteo, il suo interlocutore ideale. Essi vivono l’un l’altro, sono l’uno il protagonista e il riflesso della vita dell’altro. Tra tenerezze e affettuosità appena accennate, litigi e incomprensioni, i due talvolta si allontanano ma finiscono sempre col cercarsi e ritrovarsi, e ogni loro incontro è una conferma del fatto che non si sono mai persi davvero.

Talvolta il confronto può generare invidia, gelosia, senso di inadeguatezza, orgogliosa incapacità di ammettere la propria ammirazione per i successi e il talento dell’altro, soprattutto durante l’adolescenza, quando il bisogno di amicizia è maggiore, e più sentita e lacerante diviene la paura che non sia corrisposta.

Quella che, con garbo e sensibilità, l’autore sottopone alla nostra attenzione, è una storia semplice eppure universale, rappresentativa di un modo di sentire comune a molti ma spesso sottaciuto, accompagnato da un senso diffuso di smarrimento e di sgomento.

Una storia di amicizia giocata sul contrasto tra due pulsioni: quella alla manifestazione dei propri sentimenti e quella della reticenza, che agitano ciascuno di noi. Tirinelli sospende il giudizio, lasciando che sia la sua stessa scrittura sobria e corposa a raccontare le ambiguità della vita.

Già Aristotele nell’Etica Nicomachea definiva l’amicizia “cosa necessarissima” e molti sono i libri che ne hanno celebrato l’importanza: Io non ho paura di Nicola Ammaniti, Le avventure di Hucleberry Finn di Mark Twain, L’amico ritrovato di Fred Uhlman, Dietro la porta di Giorgio Bassani, L’amicizia di Tahar Ben Jelloun, Storia di un’amicizia di Aldo Palazzeschi.

La parola “amicizia” non ha un solo significato, ma tanti, e forse non appare così distante dall’amore come le convenzioni vorrebbero far credere, soprattutto se quest’ultimo è inteso come ricerca di un alter ego con cui condividere sentimenti e ideali profondi.

Riconoscersi tra “anime affini” significa semplicemente essere amici o anche amarsi?

Dietro questo dilemma se ne cela un altro, quello tra eterosessualità e omosessualità: se la prima assicura una vita relativamente tranquilla e socialmente accettata, la seconda obbliga a dolorose prese di coscienza e a scelte coraggiose.

In questo libro si accenna a un’omosessualità sfiorata, latente, possibile, tratteggiata con straordinaria levità.

è importante che ci sia una letteratura che racconti storie come questa, giacchè l’infelicità e la vergogna di chi si scopre omosessuale sono ancora una realtà. Negli ultimi anni è innegabile una maggiore attenzione nell’editoria italiana a questo tema: un’apertura che, rispetto al silenzio degli anni precedenti, sembra una rivoluzione.

Questo di Massimo Tirinelli è dunque un libro contro le definizioni che stritolano i sentimenti, contro le inibizioni che non lasciano fluire liberamente i pensieri ed emozioni.

Dopo la morte di Matteo, Dario capisce di non aver vissuto pienamente, di essere stato bloccato dalla scarsa fiducia in sé, di essersi cullato in una falsa felicità, come l’amico spesso gli rimproverava. Sentimenti negati e inespressi per anni tornano prepotentemente ad imporsi, perché, come si legge nel romanzo: “Il tempo marcia con la sua logica ineluttabile lungo la strada circolare: per quanti giri complessi possa fare, torna sempre al punto di partenza.”

Tornare al punto di partenza significa affermare finalmente se stessi e accettare la verità senza paura; così il ricordo del proprio migliore amico non annega semplicemente in un rimpianto, ma diviene stimolo per la ricerca di un senso autentico da restituire alla vita.

Alessandra Simonetti